top of page

Commedia in tre atti
Testo con foto bianco/nero e videocassetta
pp.56 cm 13 x cm. 21 - Prezzo di copertina: € 5,00 
Data di pubblicazione, Storo 1994, a cura di Gianni Poletti.

 

Era il 27 ottobre del 1977 quando a Storo venne rappresentata per la prima volta “Anda me ca comando mi”, la prima delle sei commedie in dialetto storese scritte da Nino Scaglia. 
Dietro le quinte, a dirigere gli attori della neonata filodrammatica “I coquadar”, c’era lui, lo spesiàl. Fu quello davvero un successo che Nino Scaglia condivise con l’amico Danilo Baratella che aveva scritto le musiche e diretto il coro. 
Nei mesi successivi “Anda me ca comando mi” fu più volte replicata a Storo e nei paesi vicini e dal gradimento incontrato Nino Scaglia ricevette stimolo per scrivere altre cinque brillanti commedie dialettali. Le prime tre furono portare in scena ma durante la preparazione della penultima la filodrammatica “I coquadar” si sciolse.
A distanza di molti anni dalla prima rappresentazione la commedia è stata riproposta a Storo per iniziativa del Chiese e della rinata filodrammatica “I coquadar”, grazie anche alla collaborazione di un gruppo di orchestrali e di coristi diretti da Gianfranco Demadonna che per l’occasione ha arrangiato le musiche originali.

La commedia, ambientata a Storo sul finire dell’era contadina, narra la storia del Chechì e di sua moglie Nena, ambedue alle prese con comportamenti che sovvertono il loro modo di pensare e vivere. 
Il vecchio contadino avrebbe voluto dare alla figlia Maria un marito tutto storese, posato, laborioso e provvisto di buona sostanza. Grazie alla collaborazione del parroco il capofamiglia avrebbe anche individuato nel Dorì de Bariocane il partito giusto, senza trovare però l’assenso della figlia, invaghita - e incinta - di un giovanotto napoletano ad un tempo moderno e squattrinato, Pucci. Complice la Nena e lo stesso parroco, il Chechì deve digerire una alla volta tutte le richieste del futuro genero: cedergli la sua camera matrimoniale, pagare per intero le nozze, indossare un vestito delle feste per partecipare al matrimonio. Col trascorrere della vicenda il potere domestico del capofamiglia si scioglie dunque come neve al sole, nonostante egli continui a ripetere – fino all’ultima scena – che a casa sua a comandare è solo lui.

Nino Scaglia - An da me ca comando mi

€ 16,00Prezzo
    bottom of page