pp. 200 cm 13 x cm. 21,5
Prezzo di copertina: € 8,00 - Data di pubblicazione, Storo  1988

Che senso ha oggi pubblicare una raccolta di poesie quasi tutte in dialetto storese? 
Sicuramente sì, per diversi motivi. 
I testi qui raccolti sono vere e proprie pagine di alto valore poetico scritte da Nino Scaglia, brillante e compianto autore storese.
Con la loro edizione si vuole, inoltre, contribuire a salvare un patrimonio collettivo oggi in pericolo: il dialetto della comunità di Storo. A Storo e in Valle del Chiese, infatti, il dialetto si è sicuramente imbastardito negli ultimi decenni, anche se perso non è del tutto ancora.
Nino Scaglia ha avuto verso il dialetto del suo paese un atteggiamento orgoglioso di aperta difesa. Nell’introduzione al secondo capitolo di questo libro lo definisce “parlata scorrevole e armoniosa”. Certo è che chi non è storese di ceppo lo avverte ostile e duro. Ci sono in esso suoni e accenti che il forestiero pronuncia a fatica anche dopo ripetuti sforzi.
Eppure è una parlata espressiva, pittoresca, incisiva. La penna di Nino Scaglia l’ha domata e persino ingentilita, ha saputo riconciliare con Storo anche il forestiero che ha provato per il dialetto storese la stessa impressione di repulsione e difesa che viene guardando per la prima volta le rocce della Mangànela strapiombanti sulle case del centro storico del paese.
Questo libro contribuirà a mantenere tra gli storese la simpatia per il loro dialetto.